Secondo quanto ha raccontato il pentito Salvatore Russomagno, dietro alle rapine ai calciatori del Napoli degli ultimi anni ci sarebbero gruppi di ultrà, spalleggiati dalla camorra, intenzionati a punire i giocatori che non partecipavano alle manifestazioni organizzate dai tifosi stessi.
Le dichiarazioni del pentito sono state depositate ieri dal pm Anna Frasca nel corso del processo per la rapina subita un anno fa da Valon Behrami.
L’episodio in questione avvenne il 20 dicembre 2012: accusato di avere rubato il Rolex indossato al polso dal calciatore è Raffaele Guerriero, che ieri mattina era in aula al processo davanti alla nona sezione del Tribunale presieduta da Nicola Miraglia Del Giudice. Il centrocampista svizzero ha riconosciuto in Guerriero l’uomo che gli sfilò l’orologio, che poi gli fu restituito a Castelvolturno.
Behrami, che ha rivelato di avere una “buona memoria fotografica”, non è comunque riuscito a riconoscere l’altra persona che il collaboratore di giustizia ex affiliato al clan Mazzarella ha indicato (scagionando Guerriero) come responsabile della rapina (e che non è imputata). Il calciatore rispondendo alle domande ha negato di avere legami diretti con gli ultrà e ha spiegato di partecipare solo agli eventi organizzati dalla società.
Negli ultimi anni nel capoluogo campano hanno subito rapine anche altri calciatori celebri. Dalla ormai ex moglie di Edinson Cavani, Maria Soledad (le fu scippato un orologio da 18mila euro nel quartiere Fuorigrotta) ad Hamsik e consorte (vittima per due volte – espresse pubblicamente la sua amarezza annunciando di fatto l’addio dell’argentino dalla città). Anche Yanina Screpante, fidanzata dell’ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi, subì una rapina. Ma l’elenco è lungo e comprende anche le mogli dei difensori Salvatore Aronica e Ignacio David Fideleff.
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